Arrivano ottime notizie dalla regione più colpita della Cina. Su un milione di tamponi effettuati tra il 14 maggio e il primo giugno, soltanto 300 sono risultati positivi, ma asintomatici. Dunque Wuhan è pronta a ripartire alla massima efficienza. Secondo la commissione addetta alla prevenzione e al controllo, vi è un rapporto di 0,303 casi su 10mila unità. Il polo più avanzato a livello tecnologico della Cina sta per riaprire i battenti.
Di certo sono dati da prendere sempre e comunque con le pinze. Secondo un’inchiesta del Daily Mail, nei forni crematori di Wuhan venivano bruciate persone ancora vive, ma in gravi condizioni. Se ciò riuscisse ad essere confermato anche da altre testate o fonti come un video diventato virale qualche giorno fa, la Cina rischierebbe parecchio. Ovviamente non verremo mai a sapere tutte le verità provenienti dallo stato più popoloso del mondo.
Per l’OMS la fetta più grande della colpa ce l’ha proprio la Cina. Secondo l’Organizzazione, la terra del Dragone ha nascosto i dati all’inizio della pandemia. Ciò ha lasciato nell’oblio tutto l’Occidente duramente colpito dal Covid-19. Le mappature e gli studi sul Coronavirus erano già iniziati nel dicembre scorso, ma a causa di una legge che impedisce ai laboratori di condurre esperimenti su virus letali senza l’approvazione delle autorità sanitarie nazionali, si sono venuti a creare dei tragici ritardi.
Nonostante le pressioni continue provenienti dall’OMS, la Cina non ha mai rilasciato le informazioni necessarie nella tempistica richiesta. Altresì il comportamento dell’OMS si sta rivelando parecchio contraddittorio. Lo stesso Gebreyesus, il quale aveva attaccato la Cina sulle misure attuate per contrastare il Covid, si è lasciato andare ad una dichiarazione discordante: “Esprimiamo rispetto e gratitudine nei confronti della Cina per il suo impegno“.
In poche parole, alla poca trasparenza della Cina, si aggiunge l’incompetenza totale dell’OMS.
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