Luigi Cama ha visto nascere i primi siti web e ne ha seguito l’evoluzione. Diverse attività si rivolgono a lui per una consulenza informatica, un progetto di comunicazione o per la realizzazione di software gestionali con il supporto esterno di App per clienti e dipendenti.
Di recente ha sviluppato un videogame per il figlio, che ha distribuito gratuitamente per tutti i bambini, intitolato “ColoraWar”, in cui bisogna sparare arcobaleni al CoronaVirus.
In queste ultime settimane abbiamo notato il suo nuovo progetto “La Fabbrica delle App” che sta ottenendo numerosi consensi tra le attività milazzesi. Lo abbiamo intervistato per comprendere meglio la sua iniziativa che pare sia destinata a crescere, in questo momento così incerto.
“Internet all’inizio era una speranza, oggi è una certezza.” afferma Cama, mentre visiona rapidamente le ultime richieste di attivazione per il suo modello di App.
“Bisogna tuttavia avere la capacità di districarsi nell’immensa matassa che si è creata nel tempo ed evitare di investire in strumenti non idonei o troppo costosi. In questo periodo in cui sono richiesti accorgimenti particolari per la sicurezza a causa del Covid-19, le App possono essere la soluzione ideale per molte attività. La Fabbrica delle App nasce per servire in breve tempo e a costi praticamente irrisori, tutte le attività d’Italia.”
“Quando hai deciso di entrare nel mondo delle App?”
“Ho iniziato come grafico pubblicitario e web designer presso agenzie di comunicazione, dal 1998. Ho sempre programmato per passione e dal 2010 ho scelto di percorrere una strada indipendente. Non mi sono mai pentito di questa scelta. In un periodo incerto del 2014, in cui tutto sembrava essersi fermato, decido di rimettermi in gioco e studiare qualcosa di nuovo. Realizzo quindi la mia prima App per Viviamobio, un piccolo market di Milazzo. Ad oggi è stata scaricata da oltre mille utenti, vale a dire circa 300/400 clienti nella sola città di Milazzo.”
“Perché le App costano tanto e perché le tue sono così richieste?”
“Un’App può costare davvero tanto, se fa qualcosa di originale e secondo il grado di complessità. Può farti guadagnare, se fa cose che le altre App non fanno o che fanno male. E’ un mercato vasto, tra giochi e utilità. Dopo averne realizzate una decina, mi resi conto di aver lasciato indietro attività che per vari motivi, non potevano o volevano sostenere costi per la realizzazione e la manutenzione di un’App. Android di Google e iOS di Apple, richiedono un impegno non indifferente da parte degli sviluppatori.”
Luigi Cama si riferisce ai diversi sistemi operativi e dispositivi che si evolvono continuamente e che obbligano gli sviluppatori ad aggiornare spesso le App per renderle compatibili con il maggior numero di cellulari in circolazione.
“Nel 2018”, continua, “mi resi conto che erano davvero pochi i clienti disposti a spendere nella mia zona, a causa di un budget limitato o per mancanza di fede in uno strumento che oggi si sta rivelando necessario, quasi obbligatorio. Per continuare a vendere mi sarei dovuto spostare in città più grandi, aumentando i costi; inoltre, la capacità di produzione di grandi aziende concorrenti, mi avrebbe costretto a rinunciare nel giro di un anno. Decisi di rivedere gli obiettivi del mio progetto: dare a tutti la possibilità di avere un’App, per qualsiasi utilizzo, basandomi su una struttura standard con un minimo di personalizzazione. Ci son voluti due anni di investimenti per giungere ad una struttura semplice, utile ed economica, ad un prezzo alla portata di tutti per consentire a qualsiasi attività di avere la propria App. Persino un artista, un poeta o uno scrittore oggi può avere un’App con questo sistema. Ho realizzato una piattaforma in cloud grazie alla quale il titolare dell’attività oggi può caricare prodotti e altri contenuti. Può gestire utenti, inviare notifiche, offerte speciali e attivare la propria campagna fidelity. Viviamobio, ad esempio, ha caricato circa duemila articoli. C’è anche un blog che funge da giornale telematico su cui è possibile gestire pubblicazioni riservate agli utenti registrati.”
“Quindi anche il nostro giornale potrebbe avere un’App a 10 euro al mese?”
“Certo, anche il vostro giornale, anche se nel vostro caso dovremmo interfacciare le pubblicazioni del sito per evitarvi un doppio lavoro.”
“Quando hai deciso di partire con la nuova piattaforma?”
“Avrei dovuto completarla nel 2019, ma alcuni clienti mi hanno rallentato.”, afferma sorridendo.
“Per primo il Prof. Catanzaro, Vicepresidente della Nettunia di Milazzo, ha chiesto la mia consulenza per la realizzazione di un software in grado di ottimizzare alcuni processi interni. Ho creato un algoritmo e una piattaforma che in breve tempo elabora dati che un essere umano elaborava in diversi giorni. Un strumento di supporto che consente di risparmiare tempo che può essere dedicato ad altro, vista la complessità e la delicatezza dei servizi della società. Il risultato è stato particolarmente gradito e ancora oggi continuo a sviluppare il gestionale con nuove utilità. Poi ho creato l’App Farma Quiz per la Fondazione Crimi che consente la sfida tra due utenti su argomenti di farmacia, compresa la simulazione del test universitario. Quando finalmente riesco a riprendere i lavori, il 23 dicembre 2019 mi rompo il capitello radiale del braccio destro e mi ritrovo costretto a programmare e disegnare solo con la sinistra. Per uno che è abituato a certi ritmi di lavoro, un ostacolo del genere è deprimente. Vado avanti lo stesso e a Febbraio programmo il lancio per il mese di Giugno, ma arriva il CoronaVirus.”
“Un periodo che stiamo ancora vivendo, forse con più speranza, ma i primi due mesi sono stati davvero duri. Tu come lo hai vissuto a livello lavorativo?”
“Tutto si è fermato. Un effetto domino che non ha risparmiato nessuno. In qualche modo sono riuscito a fronteggiare il problema e a limitare i danni.”
“Come è stato vivere in quarantena?”
“Essendo abituato a ritmi di lavoro da quarantena, non ho notato alcun cambiamento. Mi piace sdrammatizzare, ma effettivamente è stato così. È stato un momento di pausa per completare buona parte del progetto e decidere di anticipare l’apertura del servizio a maggio, a soli 10 euro al mese per venire incontro a tutte quelle attività che adesso hanno veramente bisogno di uno strumento semplice, utile ed economico. L’App consente la prenotazione e il ritiro della spesa o della pizza, la consegna a domicilio, si può prenotare il tavolo e funge anche da menù digitale: i clienti, dal tavolo, aggiungono le pizze al carrello, ad esempio, e l’App le invia al gestore utilizzando il numero WhatsApp del locale.”
“Hai parlato anche di opportunità di lavoro per altri professionisti.”
“La piattaforma nasce anche per questo. La prima App che ho attivato in questo periodo è stata quella del Marilyn La Disco, di Milazzo. Non potendo caricare i prodotti, per motivi di tempo, ha richiesto il supporto ad un professionista al quale ho spiegato come utilizzare il gestionale. Ovviamente a me non dovrà nulla e anzi, il collega ha capito che portando altri clienti sulla piattaforma, avrà diritto ad una percentuale agente e potrà offrire altri servizi. Altri clienti invece la stanno gestendo in autonomia, come fa Viviamobio da quattro anni ormai. Agenzie pubblicitarie e aziende che sviluppano software ma non le App, hanno proposto la rivendita del servizio. Per me questo è un obiettivo importante perché mi consentirà di creare una rete di scambio. La piattaforma si evolverà in un progetto più ampio.”
“Che ovviamente non puoi anticipare. Quante App hai in cantiere?”
Sono davvero tante e al momento non le sto contando. Posso dirti che di recente ho attivato Dream Fitness, la palestra dei fratelli Dramis di Milazzo e quelle di prossima attivazione: Picone Gioielli di Roma, Ristorante Gambero Rosso di Milazzo, Time Out di Barcellona, panificio Vecchi Sapori di Basicò, il bar Primo19 di Milazzo, il centro socio educativo Eureka di Milazzo, la farmacia Manicastri di Milazzo, il B&B Alterego sempre di Milazzo, poi un centro estetico, una libreria, un lido e forse una catena di supermercati. Ovviamente anche il mio commercialista, lo Studio Mellina, ha la sua App che usa per informare i clienti su notizie di fisco, lavoro ed economia e tramite cui invia documenti a loro riservati.”
“Attività di vari settori e non solo di Milazzo. Ma come funziona esattamente? Se volessi un’App, quale procedura dovrei osservare?”
“Il progetto prevedeva l’apertura pubblica della piattaforma. Avresti potuto registrarti, creare la tua App, caricare contenuti e provarla nell’App demo in pochi secondi. Per ovvie ragioni di sicurezza e per evitare di sovraccaricare il sistema, ho preferito evitare l’accesso automatico. Il cliente mi richiede l’App di prova ed io eseguo tutta la procedura. Il cliente scarica la demo, oppure gli invio il video della simulazione, con il suo logo, i suoi colori e alcuni prodotti, mostrando il meccanismo delle prenotazioni e degli ordini. Con calma può decidere se farmi procedere con la produzione ufficiale della sua App o rinunciare. Fino ad ora ho ricevuto solo conferme.”
“Il prezzo è valido solo per il periodo di emergenza?”
“Assolutamente no, nessuna sorpresa. Ho deciso di intraprendere questa strada e visto la risposta positiva non intendo cambiare. Il cliente paga sei mesi anticipati e se non rinnova, le App si disattivano automaticamente, senza alcuna pretesa. Ovviamente dieci euro sono solo per l’App Android. Se vogliono anche la versione per Apple pagheranno altri dieci euro. Prossimamente attiverò anche un’App per ogni città se raggiungo un determinato numero di attività.”
Mentre lo salutiamo, il suo telefono continua a squillare e ricevere richieste. Anche noi abbiamo provato la piattaforma e confermiamo la validità di un progetto siciliano che può solo crescere.
Trovate il modulo per la richiesta sul sito www.fabbricapp.it
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