Una colpo… a salve! E’ questa la sintesi del Decreto che con tanta enfasi, il nostro Premier, ha annunciato lunedì sera in un provvedimento i cui dettagli (al momento in cui scriviamo) non sono ancora noti, perché come da tradizione recente, il testo latita per alcuni giorni dopo l’annuncio.
La manovra
Il Decreto prevederebbe sostanzialmente una riscrittura dell’art.49 del precedente “Cura Italia” (abrogato e sostituito) che dovrebbe garantire una iniezione di ulteriori 200 mld finalizzati a prestiti per le Pmi attraverso l’utilizzo del Fondo di Garanzia per il quale, al momento, vi è unicamente una dotazione di 1,5 mld. Gli altri 200 mld dei 400 totali che formerebbero la “potenza di fuoco” saranno destinate alle medie e grandi imprese attraverso la SACE il cui attuale stanziamento è pari a 1 mld. Per tutto quanto il resto, a parte i 25 mld della precedente manovra, impiegate prevalentemente per casse integrazioni e bonus, questo decreto ha impatto zero sul bilancio dello Stato e sul relativo indebitamento. A saldo zero sono anche gli spostamenti delle scadenze fiscali, i cui rinvii non ricadrebbero comunque negli anni successivi.
Questi numeri non potranno avere alcun effetto fino a quando il Parlamento non avrà provveduto a votare lo scostamento di Bilancio, ed in qualunque scenario ci si possa ritrovare, saranno solo e comunque manovre di potenziamento di strumenti esistenti.
I tempi bancari
Altro aspetto che rende innocua e poco tempestiva la “tempesta di fuoco” sono i tempi bancari. Nella comunicazione si è data l’errata sensazione di immediatezza della distribuzione della liquidità, il che ha portato, ieri mattina stessa, molti imprenditori a telefonare alle banche per ottenerla. Alle domande ovviamente le Banche non possono ancora dare alcuna risposta e non lo potranno fare certamente in tempi compatibili con lo stato di emergenza. Le garanzie della SACE richiedono il via libera della UE, e per le PMI ci saranno i tempi di preparazione e di istruttoria da parte delle banche, già in notevole affanno sia per il diffuso smart working e sia per il superlavoro da moratorie e sospensioni, anticipazioni da cassa integrazione, oltre al lavoro normale e alla consueta pausa Pasquale.
Una riflessione
Infine un tema da non trascurare prende spunto da una riflessione “aziendalistica”. Si sostituisce la redditività (non più esistente) con l’indebitamento, o meglio si “inietta” indebitamento per “coprire” perdite formatesi non per effetti “di mercato” o da “rischio d’impresa”. Si fa debito per pagare altri debiti (possibilmente quelli nei confronti dello Stato) magari senza alcun tipo di previsione di scenario sui flussi futuri e sulla ripresa, o sulla possibilità di investire in assets che permettano di ritornare ad una coerente redditività.
Tanta enfasi comunicativa dunque,ma poca sostanza in termini di saldi finanziari e “capacità di fuoco”. Aspettiamo ancora. Tanto tempo ce n’è.
Correlati
Scopri di più da Il Tirrenico - Events, food, wine.
Abbonati per ricevere gli ultimi articoli inviati alla tua e-mail.