Un pugno di sardine a Milazzo, il racconto della serata

Con Milazzo si conclude la marcia delle sardine in Sicilia. Il movimento nasce dall’idea di quattro studenti bolognesi per contrastare il partito della Lega di Matteo Salvini. Come qualsiasi moda, ha preso piede e si è dilagata in tutto il territorio nazionale. Diversi sono stati gli appuntamenti in Sicilia, ad aprire le danze è stata Palermo, poi Marsala, Messina,Modica, Agrigento ed infine Milazzo.

Di una cosa siamo certi, in via Giacomo Medici, non c’erano  6000 sostenitori.Un bel gruppo di persone questo si, anche se i più erano i curiosi intenti a capire chi fossero e cosa volessero. L’evento si è consumato tra gli sketch degli acrobati, un Pinocchio, dei curiosi bigliettini di pensieri e poesie che potevano esser scambiati, letture e interventi. Le tematiche sono quelle un pò all’ordine del giorno: migrazione giovanile verso nord, mafia, erosione delle coste, disoccupazione.  Sulla testa si srotola uno striscione realizzato da alcuni ragazzi, si canta “bella ciao” a termine di questa, molti si dileguano. Un pugno di sa rdine in poco più di 30 metri di “salottino”.

Lodevole l’iniziativa senz’altro ma lacunosa e poco chiara. “La rabbia sociale vota Salvini e la Meloni” si sente udire dal palco. Qualcuno ride e va via. Qualche altro con una pseudo soddisfazione gode del momento. Se l’intento era quello di risvegliare una coscienza popolare, qualora ve ne fosse una, è stato un buco nell’acqua. Non tanto per l’intento, ma quanto per i visi, per le presenze di una vecchia e ormai noiosa sinistra radicale che di tanto in tanto sente il bisogno di esser rispolverata, nulla di più. Milazzo potrà anche non “legarsi” ma il pesce dopo tre giorni, puzza!

 


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