La Shoah tra verità, revisionismo e strumentalizzazione

I prodromi dell’antisemitismo

L’Olocausto ebraico ideato dai vertici del Nazionalsocialismo ha radici profonde nella storia.
Esse arrivano a scavare fino al XV secolo, durante il regno di Ferdinando II d’Aragona e Isabella di Castiglia.
Il 1492 è l’anno cruciale per la Spagna reale: le nuove terre scoperte da Colombo faranno da sfondo alla ben più grave situazione sociale che si è venuta a creare con il decreto dell’Alhambra.

Noto anche come editto di Granada, venne messo in pratica il 31 luglio 1492 e previde l’espulsione delle comunità ebraiche dai territori e reali. Poco più tardi verrà emanato anche in Portogallo dal re Manuele I. L’editto obbligava gli ebrei a convertirsi al cattolicesimo, mentre disponeva l’espulsione per coloro che non si sarebbero adeguati alle nuove disposizioni. È in questo periodo che nasce l’ingiurioso epiteto “marrano” utilizzato per etichettare gli ebrei o i musulmani che si erano convertiti al cristianesimo.

L’odio nei confronti delle comunità ebraiche non risiede soltanto in Spagna, ma si estende in tutta Europa. Secondo gli abitanti della Provenza, della Spagna e del Sacro Romano Impero, furono proprio gli ebrei a provocare l’epidemia di peste bubbonica definita col nome di “Morte Nera“, avvenuta nel 1348. Per questo motivo vennero condannati più e più volte al rogo.

Lo stesso Martin Lutero – autore del libello “Sugli ebrei e le loro menzogne” nel 1543–  si riterrà colpevole di non aver ancora perpetrato dei pogrom contro gli ebrei, ma lo stesso ritratterà affermando che: ” […] bisogna trattarli con l’amore cristiano e farli convertire al Signore […]”.

Nel 1648, nella Confederazione polacco-lituana, l’atamano dei cosacchi d’Ucraina Bogdan “il Nero” sollevò un’insurrezione nei confronti dell’ingerenza dell’aristocrazia polacca e degli ebrei che amministravano le loro proprietà.

Durante il periodo dell’Illuminismo i diritti di uguaglianza nei vari Paesi vennero estesi anche agli ebrei. Federico II di Prussia e Maria Teresa d’Austria emanarono dei decreti restrittivi nei confronti delle famiglie ebraiche residenti nei loro territori.
Successivamente Giuseppe II d’Asburgo – Lorena eliminò queste restrizioni nel territorio austriaco, ma non permise agli ebrei di utilizzare lo Yiddish nelle scritture pubbliche.

Nel XIX secolo i pogrom nei confronti degli ebrei aumentarono in maniera esponenziale nell’est Europa, il quale venne segnato dal brutale assassinio dello zar Alessandro II. Dell’omicidio vennero accusati proprio gli ebrei e ciò conseguì un’ondata inarrestabile di pogrom durata ben tre anni che portò le comunità ebraiche ad emigrare in massa verso l’Europa occidentale e l’America.

Nel mondo musulmano è in questo secolo che nasce il sentimento antisemita.
Nel 1828 vennero massacrati numerosi ebrei a Baghdad, mentre nel 1840 avvenne “l’affare di Damasco” nel quale vennero accusati in quattro per l’omicidio di un monaco cristiano e del suo servitore musulmano, dai quali verrà utilizzato il loro sangue per preparare il pane della Pasqua ebraica. Tre degli accusati verranno uccisi mentre il quarto – per salvarsi – si convertirà all’Islam.

L’Apocalisse in terra: il XX secolo e la soluzione finale

I “Protocolli dei Savi di Sion” sono un documento che suppongono la creazione di un piano da parte degli anziani ebrei per permettere la costruzione di un nuovo ordine mondiale.
Mentre lo si legge, le analogie con la “rivoluzione non organizzata” che sta avvenendo nel mondo contemporaneo fanno rabbrividire anche i più scettici.
Il documento è stato dichiarato falso, ma molti storici non sono concordi con questa scelta.

La teoria è quella che definisce l’Ochrana – la polizia segreta dello zar – come l’autrice del documento, atto ad aizzare il popolo contro gli ebrei russi. I pogrom furono numerosi e si estesero dalla Romania (a Chisinau) fino alla Russia colpita dall’ondata rivoluzionaria del 1905. Con la rivoluzione d’ottobre del 1917 si placheranno i pogrom antiebraici, ma essi in realtà continueranno per mano delle armate bianche bolsceviche durante la guerra civile russa.

In Francia la lotta si era intensificata dall’arrivo sulla scena politica di Charles Maurras, il terzo fascista d’Europa.
Egli definì il suo avversario politico, il socialista ebreo Leòn Blum, come “un animale da uccidere alle spalle”.
Blum era salito al potere nel 1936, ma non era riuscito a gestire le enormi e pressanti forze della crisi economica che ancora ammorbava la Francia dal 1929.

Ma è in Germania che ha origine la “soluzione finale” al termine di una lunga e massacrante campagna politica anti – ebraica architettata da Adolf Hitler, la quale verrà adottata a breve anche dall’Italia fascista.
Il Fuhrer del Terzo Reich aveva scritto sul suo “Mein Kampf” che la colpa della sconfitta nel primo conflitto mondiale era da additare agli ebrei, ovvero la forza trainante del bolscevismo e della massoneria mondiale.

Nella notte tra il 9 e il 10 novembre del 1938 il regime compì il suo primo pogrom nei confronti degli ebrei rinominandolo “Reichskristallnacht” o “Notte dei cristalli” per via delle centinaia di vetrine di negozi ebraici andate in frantumi durante l’operazione.

Da questo momento in poi si darà inizio all’olocausto ebraico

Dopo il termine della campagna contro la Polonia e l’occupazione del Protettorato di Boemia e Moravia, le leggi antisemite naziste portarono gli ebrei ad essere confinati nei ghetti delle varie città d’appartenenza.

Il 20 gennaio del 1942, il celebre “angelo della morte” Reinard Heydrich, viceprotettore di Boemia e Moravia e direttore della Gestapo, presiedette l’altrettanto celebre conferenza di Wannsee, svoltasi nell’omonimo luogo turistico a pochi chilometri di distanza da Berlino.

Si decise di deportare in massa almeno undici milioni di persone tramite l’utilizzo di treni e camion nei “Konzentrationslager” e nei “Vernichtungslager“. I campi di concentramento o di sterminio servirono ai nazisti per adoperare la repressione nei confronti dei nemici politici, degli zingari, degli omosessuali, degli apolidi, dei testimoni di Geova e degli ebrei.

Soltanto nel luglio del 1944 verranno liberati i primi campi come quello di Majdanek – in Polonia – per mano dei sovietici.
Successivamente vennero ritrovati anche i resti dei campi di sterminio di Treblinka e Belzec.
Gli statunitensi libereranno dal campo di concentramento di Buchenwald più di ventimila persone. Coloro che non poterono rientrare nei loro rispettivi domicili decisero di andare in Palestina fino all’istituzione dello stato d’Israele.

Revisionismo storico e considerazioni

Le scuole di pensiero sulla tragedia dell’olocausto ebraico sono molteplici.
C’è chi nega l’esistenza del fatto o chi giustifica successivi massacri perpetrati ai giorni nostri con ciò che è successo durante l’arco della storia.
L’esistenza dei campi di concentramento e del massacro nazista è indubbia, ma negli ultimi anni gli storici della Shoah hanno rielaborato parecchie tesi.

Innanzitutto le stime oscillano dai quattro ai sei milioni, ma nella documentazione statistica di Raul Hilberg – storico statunitense – si osserva che su cinque milioni di vittime solamente novecentomila erano state identificate in incartamenti.
Hilberg espresse delle incertezze legate al fatto che la cifra dei sei milioni è eccessiva ed è frutto di una valutazione imparziale.

Il calcolo del numero delle vittime è basato più del dovuto su testimonianze emozionalmente deformate, come si evince dagli indennizzi e dai risarcimenti richiesti dopo la guerra ai responsabili dei crimini di guerra.

Oltre alla questione numerica, è stato rivalutato anche un personaggio celebre dell’epopea italiana durante la guerra: Gino Bartali.
Dagli studi da me effettuati con la collaborazione di alcuni studiosi della Shoah risulta falsa l’avventura compiuta da Bartali per salvare centinaia di ebrei grazie alla sua bicicletta.

Difatti a smentire il tutto ci penserà don Aldo Brunacci, canonico della cattedrale di Assisi e organizzatore dei soccorsi per gli ebrei durante il conflitto.
Egli smentirà categoricamente il racconto di Alexander Ramati dal quale era uscita questa romantica avventura di “Ginettaccio“.

Fu lo stesso Brunacci a compiere queste delicate missioni e per questioni propagandistiche atte a migliorare la posizione geopolitica del neonato stato d’Israele, Ramati decise di scrivere di queste avventure utilizzando il nome di Bartali.

Ad oggi Israele si erge a principale potenza del Medio Oriente con l’aiuto degli Stati Uniti d’America.
Si è forse dimenticato di rispettare la risoluzione 242 dopo l’Operazione Focus che portò i palestinesi ad emigrare dalle loro terre d’origine. La Shoah è stata vergognosamente strumentalizzata per poter celare ciò che sta avvenendo in terra palestinese al giorno d’oggi.

Nel 2008, nell’operazione “Piombo fuso” fu utilizzato il fosforo bianco per uccidere ben novecento civili e altri quattrocento tra poliziotti, donne e bambini. Nel luglio del 2014 Gaza venne colpita dai caccia israeliani e nei raid aerei che durarono quasi cinquantadue giorni morirono più di cinquecento bambini.

La condanna unanime che si erge da questo articolo è nei confronti della violenza perpetrata in ogni modo e in ogni quando.
Onde evitare che si dimentichi è necessario ricordare le atrocità commesse dall’uomo durante l’intero corso della storia – non solo nei confronti degli ebrei -, ma anche delle minoranze e dei popoli cosiddetti “della natura”, barbaramente massacrati durante il periodo delle spedizioni e del colonialismo.


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