Revisionismo storiografico: il caso “Huffington Post”

L’assoggettamento della storia

Cos’è la storiografia se non l’assoggettamento della storia? Perché i fatti storici non saranno mai narrati con neutrale esattezza e saranno sempre oggetto di un esasperato revisionismo storiografico di parte? Da tempo immemore, da quando gli uomini aspirano al potere e al possesso di beni materiali il cui possesso furtivo rivela il nulla, gli storici si occupano di narrare queste gesta in base alle loro ricerche, al loro colore politico ed eventualmente anche in base ai finanziamenti. Un caso che riguarda l’elargizione di presunte tangenti e terre da utilizzare in cambio di una giusta propaganda avvenne nel periodo tardo-repubblicano della Roma antica.

La propaganda ai tempi di Cesare…

Sallustio, noto storico, politico e senatore romano, famoso per la stesura di due opere come la “De Catilinae coniuratione” e il “Bellum Iugurthinum“, venne elargito di questi suddetti doni da Giulio Cesare, ai tempi già eletto dal Senato come “dictator rei gerendae causa”. Cesare decise di ringraziare e ingraziarsi Sallustio dopo che il senatore lo aveva servito nella vittoriosa campagna contro Pompeo. Dunque Sallustio, nella sua “De Catilinae coniuratione“, solleverà Cesare da ogni sospetto di un legame con gli oscuri disegni di Catilina.

Inoltre coprirà con degna astuzia ogni misfatto economico che successivamente sarà rintracciato dagli storici moderni e darà a Cesare il ruolo di grande saggio atto a ricordare ai senatori presenti quanto la pena di morte sia incostituzionale e avversa ai dettami del mores patrum. Il Cesare sallustiano appare tutt’altro che rivoluzionario. La sua figura è dunque paragonabile a quella di Catone l’Uticense, un conservatore di ferro.

… e di Carlo Magno

Di altri esempi di revisionismo storiografico che possono essere elargiti ai lettori ve ne sono parecchi. Basti pensare agli Annales Mettenses priores ( o Annali di Metz), i quali furono il prodotto perfetto della propaganda carolingia. La loro compilazione è correlata alla necessità di persuadere i franchi, soprattutto l’aristocrazia, a sostenere il proprio re. Ma poco prima della redazione degli Annali, una serie di calamità naturali colpì il regno di Carlo Magno. Egli inoltre si trovava in una difficile situazione psicologica.

Il re dei franchi sentiva la pressione spirituale derivante dall’incoronazione imperiale. Ma di ciò che di disastroso avvenne in quegli anni, negli Annali non ve n’è traccia. Dunque, utilizzando in toto il potere della parola, si salvaguardò l’immagine del regno carolingio. Difatti non si tramanda ciò che non si narra, quindi non sarà ricordato e ciò che non si ricorda non sarà mai avvenuto.

L’annoso problema della storiografia contemporanea

È risaputo: la storia la scrivono i vincitori. Dal 1945 in poi, l’annoso problema della storiografia contemporanea ammorba i manuali scolastici e universitari, i quali sono stati abilmente manipolati per presentare una realtà dei fatti soggettiva. Ma non è stata assoggettata soltanto la carta stampata. Basti pensare alle testate online come “Huffington Post“.

Tra i soggetti prettamente di stampo manualistico – i quali sono stati oggetto di un pesante revisionismo storiografico – troviamo numerosi titoli come “Elementi di storia XX secolo” di Camera e Fabietti, il quale elabora una leggerissima spiegazione sulla tragedia dei gulag russi; “L’età contemporanea” di Ortoleva e Revelli, nel quale non vi è traccia delle foibe, ma vi è un velato giustificazionismo sulle politiche repressive staliniane.

Nel grande mare del web si erge il “faraglione” di Huffington Post, noto blog e aggregatore nato negli USA ed espansosi anche in Italia sotto la direzione di Lucia Annunziata fino al febbraio del 2020. Intorno alla fine del 2015 – più precisamente nel giorno del 28 dicembre – in piena “guerra” contro l’Isis che aveva da poco colpito Parigi con una serie di attentati, il giornalista Nicola Lofoco scrisse un articolo di comparazione tra l’Isis e il Terzo Reich, operando un caso di vero e proprio revisionismo storiograficoClicca qui per leggere l’articolo

Da ciò che si evince da un’attenta lettura di questo tentativo di revisione, secondo Lofoco nel Terzo Reichnon vi erano combattenti stranieri, ma sia l’esercito quanto i gangli vitali delle Stato erano composti da soli tedeschi” e  “per la sua espansione il Nazismo non ha avuto bisogno di scatenare alcuna guerra o occupazione“.

Gli errori sotto la lente d’ingrandimento dello storico: cosa c’è di sbagliato?

I legionari e i combattenti stranieri della SS e della Waffen-SS

Analizzando l’erronea spiegazione del giornalista dell’Huffington Post possiamo affermare che nelle legioni delle SS, sin dall’inizio del 1940, erano arruolati stranieri provenienti da quasi tutti i paesi europei. Fra di essi vi erano quarantaquattro svizzeri, tre svedesi e persino cinque americani. Himmler persuase Hitler con l’idea di creare una forte civiltà europea tramite l’iniziazione nell’ordine religioso e militare delle SS.

Di conseguenza, nel giugno del 1940 Himmler potè autorizzare l’arruolamento di volontari danesi e norvegesi nel reggimento Nordland e il reclutamento di olandesi e belgi per il reggimento Westland. L’afflusso delle reclute fu talmente massiccio che verso la fine dell’anno le SS crearono a Sennheim, nell’Alsazia-Lorena, un campo di addestramento riservato ai volontari stranieri.

Nelle Waffen-SS, il braccio armato della Allgemeine-SS, conversero gli intenti di centinaia di migliaia di anti – bolscevichi, simpatizzanti della Germania e devoti alla figura di Hitler. La Croazia fu uno degli stati che inviò la maggior parte delle nuove reclute insieme alla divisione Wallonien del fascista belga Léon Degrelle e la divisione francese Charlemagne, la mitica compagine tra le più formidabili all’opera per la difesa di Berlino.

Arrivarono – intorno al 1941 – migliaia di volontari jugoslavi dopo l’invasione tedesca della Jugoslavia. Fu dunque necessario costituire la divisione “Prinz Eugen” per combattere il movimento di resistenza capeggiato da Tito. Poco dopo si unirà anche il “Britisches Freikorps”  composto da cittadini del Commonwealth britannico e comandato da John Amery, ma non raggiungeranno mai una consistenza di almeno trenta uomini.

Dall’Albania nacque la divisione Skanderbeg – dal nome del sacro eroe albanese – mentre i musulmani provenienti dalla Bosnia e dalla suddetta Albania crearono la divisione Handschar. I soldati di nazionalità non tedesca giunsero a costituire il 57% delle Waffen-SS. I tedeschi erano 400.000, mentre gli europei occidentali 137.000, 200.000 gli orientali e 185.000 Volksdeutsche (cittadini di etnia tedesca).

La “pacifica” espansione hitleriana

L’espansione hitleriana non fu di certo pacifica e occupò territori fuori dalla sua giurisdizione. L’abilità con la quale Hitler riuscì a combattere l’arrugginita diplomazia europea è encomiabile, ma non bisogna dimenticarsi di alcuni importanti esempi bellici: la Polonia e la Francia. Hitler, dopo aver annesso la regione dei Sudeti, l’Austria, la Cecoslovacchia – rinominandola Protettorato di Boemia e Moravia –  e gli altri territori necessari per lo spazio vitale della Germania (Lebensraum), attaccò con tutte le sue forze la Polonia prima e la Francia dopo.

Di certo i territori ottenuti senza colpo ferire sono notevoli. Essi saranno immediatamente occupati, ma le migliori conquiste avverranno mediante l’uso del blitzkrieg (guerra lampo) e del duopolio Wehrmacht-Luftwaffe. La Germania, senza la Francia e la Polonia, non avrebbe potuto mai lanciare l’offensiva dell’Operazione Barbarossa nei confronti della Russia di Stalin, nella quale vi parteciperanno intorno a 3 milioni di soldati provenienti da tutta Europa, uniti sotto la bandiera della lotta al bolscevismo.

Con la sconfitta degli eserciti anglo-francesi presso Dunkerque, Hitler poté finalmente guardare ad est. Dunque è errato affermare che “per la sua espansione il Nazismo non ha avuto bisogno di scatenare alcuna guerra o occupazione“. I fatti storici ci dicono esattamente il contrario. Dunque perché operare una revisione storiografica così errata nei confronti del fenomeno politico e militare più importante del XX secolo?

Mero revisionismo storiografico dovuto ai motivi sopracitati? O semplicemente degli schemi pregiudiziali sulla storia del nazismo? L’unica cosa che è certa, è la pericolosità di certe informazioni bugiarde scritte su un blog online frequentato da centinaia di migliaia di persone.

 


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