L’emergenza epidemica ha portato alla chiusura di ogni attività commerciale e industriale; in ragione di ciò anche i distributori di carburante hanno deciso di indire uno sciopero prima sulla rete autostradale e poi in città.
“Noi, da soli, non siamo più nelle condizioni di assicurare né il necessario livello di sicurezza sanitaria, né la sostenibilità economica del servizio. Di conseguenza gli impianti di rifornimento carburanti semplicemente cominceranno a chiudere: da mercoledì notte quelli della rete autostradale, compresi raccordi e tangenziali; e, via via, tutti gli altri anche lungo la viabilità ordinaria”. Lo annunciano con un comunicato Faib, Fegica, Figisc/Anisa.
Circa 100.000 lavoratori in tutta Italia che ,nonostante il rischio epidemico, hanno continuato a lavorare. Numerosi appelli sono stati mossi, tutte inserzioni che però sono passate in sordina “Nessuno può pensare di continuare a trattarci da schiavi, né da martiri – affermano- Siamo persone con famiglie da proteggere, cittadini tra gli altri che sanno di dover assolvere a una responsabilità di cui non si vogliono spogliare, ma a cui non può essere scaricato addosso l’intero carico”
L’astensione al servizio, non riguarda solo il “servito” ma anche il “self service” in una nota, il presidente della Faib, Martino Landi specifica “in autostrada pochissimi distributori hanno l’accettatore automatico di banconote, quindi lo stop sarebbe quasi totale mentre nelle città chi ha l’accettatore di banconote può decidere se rimanere aperto o meno pur rispettando le misure sul distanziamento”
Il COVID-19 ha messo in ginocchio l’intero sistema economico. Era inevitabile anche lo sciopero dei distributori. Ergo, ad aspettarci non saranno solo le lunghe file al supermercato, ma anche quelle per far benzina.
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