La fase 2 è alle porte. Come è ben noto, non tutte le attività commerciali riusciranno ad alzare la saracinesca 1 giugno. Pertanto, l’associazione Milazzo Food&Beverage ha deciso di lanciare un appello per salvaguardare gli esercizi dalle prossime impetuose difficoltà economiche tramite una serie di proposte.
Le richieste
Lo scorso 15 aprile, infatti, il presidente del sodalizio Stefano Scibilia ha inviato al presidente della Regione Sicilia e al Prefetto di Messina delle richieste ben precise, che vertono rispettivamente su un sostegno per i canoni di mensilità di affitto (mesi di marzo, aprile e maggio 2020), sui costi delle utenze maturate nel periodo di fermo attività, sui tributi locali e gli oneri di occupazione suolo pubblico maturati e l’imminente termine (30/4/2020) della moratoria dei titoli bancari:tutte iniziative rivolte a salvaguardare gli esercizi ed evitarne la chiusure.
Le attività, durante questo periodo, hanno cercato di trovare una soluzione (come le consegne a domicilio) al fine di avere un’entrata in vista dei pagamenti. Presupposti lodevoli, ma aventi esiti negativi.
Un’altra nota dolente per la ristorazione è data dalla mancanza di un chiaro provvedimento per la messa in sicurezza dell’esercizio. Le modalità finora ipotizzate riguardano il distanziamento dei tavoli e il dimezzamento dei posti a sedere.
Ma il comune di Milazzo?
La domanda sorge spontanea: il Comune di Milazzo sta venendo incontro alle esigenze degli esercizi commerciali? In ambito del suolo pubblico ad esempio, si potrebbero chiedere delle forme di compensazione o di rimborso per i periodi di fermo. E’ un’idea che farebbe tirare un respiro di sollievo a chi si trova in questo periodo con le mani legate.
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