Si stava lentamente provando a ripartire. Le attività commerciali del centro milazzese iniziavano infatti un lento ritorno alla normalità. Ieri intorno alla fascia oraria 19-20, l’arrivo in centro della pattuglia della polizia locale con il nuovo Street Control, uno strumento pensato per fare verbali all’insaputa dei malcapitati.
Neanche la fatica di scendere dall’auto. La nuova “trovata” dell’amministrazione Formica coadiuvata dai suoi dirigenti incapaci mira a “distruggere” il centro commerciale di Milazzo. Non quello in periferia ma proprio il cuore commerciale di Milazzo.
Se da un lato è più facile fare multe per la polizia locale, dall’altro è anche più facile contestarle. Vediamo perché.
Il motivo è molto semplice: fanno scuola diverse sentenze di cui una proprio in Sicilia.
Le multe da Street control possono essere emesse solo per infrazioni al codice della strada e vanno notificate sul posto.
Il giudice di pace di Caltanissetta nel 2017, Loredana Saporito, ha infatti annullato una contestazione di 400 euro per la mancata revisione di una Vespa accertata proprio con lo Street control, la piccola telecamera ad alta definizione montata sulle auto della polizia municipale, ma non notificata subito all’interessato nonostante fosse presente.
Il giudice ha annullato il verbale per la mancata immediata contestazione senza entrare nel merito dell’accertamento. Considerato che lo street control viene utilizzato per rilevare infrazioni di ogni natura e raramente la polizia municipale procede alla contestazione immediata, centinaia di multe potrebbero essere nulle in base a questo principio.
Il vigile urbano operante, infatti, deve certificare l’impossibilità a contestare l’infrazione immediatamente pena la nullità della multa. Ecco perché lo Street Control non è uno strumento che ha preso “piede” nelle forze di Polizia. Questo è risaputo: i primi modelli uscirono addirittura nel 2012. A Palazzo dell’Aquila non ne fanno una giusta.
Già all’epoca emersero le prime criticità del sistema: l’automobilista va cercato subito. La pratica, molto agevole e sbrigativa per la Polizia municipale, consiste nell’immortalare con una telecamera portatile le auto in sosta vietata lungo le strade più trafficate. Dopo aver rintracciato i dati dei trasgressori, a questi vengono inviate per posta le multe, giustificando la contestazione differita con la mancanza del destinatario a bordo dell’auto.
Questa prassi, spiegò l’allora Ministero dei Trasporti, viola l’art. 201 del nuovo codice della strada (il d.lgs. 285/1992). Il codice stradale, infatti, permette la «contestazione non immediata della violazione del divieto di sosta, nel caso di accertamento in assenza del trasgressore e del proprietario del veicolo». Lo stesso principio è stato confermato anche dal Giudice di Pace di Milano, dott. Sergio Gallo nella sentenza n. 100658 depositata il 13/3/2013.
I verbali, cioè, possono essere spediti a domicilio, solo se il conducente o l’intestatario della carta di circolazione non sono presenti al momento della scoperta. Ma i sistemi di videosorveglianza, pur essendo adatti a riprendere le violazioni, prosegue il parere «non risultano tuttavia idonei a dimostrare l’assenza del trasgressore, circostanza che può essere accertata solo dall’intervento diretto degli organi di polizia stradale».
Dunque, è necessario che una pattuglia dei Vigili accerti di persona se c’è qualcuno al volante. Solo così le multe saranno legittime. In caso contrario, la contestazione in ritardo non è valida. E si può ricorrere al giudice di pace per chiedere di annullarla. Poco lavoro per i vigili ma tanto lavoro per gli avvocati milazzesi. Tranne uno, ovviamente.
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