Meno dell’1% dei decessi avviene per coronavirus, facciamo chiarezza

I numeri del contagio in Italia continuano ad aumentare. Gli ultimi dati forniti dalla Protezione Civile clicca qui 33.190 persone positive al COVID-193405 decessi; 4440 guariti. Il nostro Paese, ha battuto anche la Cina per il numero di persone decedute a causa del virus. Ma i numeri indicano davvero la realtà dei fatti? Facciamo chiarezza.

L’analisi del caso

Silvio Brusaferro, presidente dell’Istituto Superiore di Sanità, durante una conferenza stampa (clicca qui per vedere il video completo) con la Protezione Civile giorno 18 marzo, ha riferito che “L’età media delle persone morte in Italia per Covid-19 è sostanzialmente intorno agli 80 anni, riguarda prevalente gli uomini, mentre le donne sono soltanto il 30%.”- aggiunge – l’altro elemento fondamentale sono le patologie spesso comuni come l’ipertensione arteriosa, l’ictus,demenza,diabete mellito,cancro insufficienza renale. Le classiche patologie che purtroppo accompagnano gli ultimi anni della nostra vita. Quando andiamo ad analizzare la mortalità, scopriamo che solo il 48% delle persone esaminate ha 3 o più patologie; il 25.6% ha 2 patologie; l’altro 25% ha solo 1 patologia. Di fatto, sull’analisi attuale, soltanto lo 0,8% risulterebbe avere zero patologie” .  Possiamo dunque affermare che parzialmente, sarebbero circa 28 le persone decedute a causa del coronavirus esenti da patologie pregresse.

Perchè non viene fatta la distinzione tra i decessi?

Come mai l’Italia registra così tanti morti rispetto alla Cina, Germania e alla Corea? I dati infatti mostrano che le persone decedute a causa del virus sono in Germania: 43 su 14mila e 481 positivi; in Corea 91 su 8mila e 565 positivi; Cina 3.245 su 81mila e 155 casi.  Richard Pebody direttore del dipartimento High Threat Pathogens dell’ OMS, afferma che non esiste una risposta ma che il problema può esser rintracciato nel differente metodo di rilevazione del tasso di mortalità. In Italia infatti non viene fatta distinzione tra pazienti affetti da patologie pregresse morte a causa del covid-19 e vittime da covid-19. Mentre in Cina,Germania e Corea questa scomposizione viene effettuata. Secondo Pebody alcuni paesi fanno i test ai malati solo quando presentano una sintomatologia grave, mentre altri si apprestano ad eseguire l’esame anche con avvisaglie più lievi.

Nel nostro caso, siamo il paese europeo ad aver effettuato il più alto numero di tamponi: questi però non sono stati tracciati al fine di avere un quadro chiaro della situazione.Ogni giorno il numero dei contagi cresce a dismisura, ma nonostante ciò non riusciamo ad avere dati fermi. Un’altra importante magagna è data dal Sistema Sanitario Italiano: questo si presenta molto lacunoso e allo stremo di forze e di personale a causa dei numerosi tagli fatti.  Possiamo rintracciare le probabili cause nella difformità del sistema sanitario, in ragioni demografiche. Massimo Livi Bacci, docente di demografia presso l’Università degli studi di Firenze afferma: “Il fatto che il Nord sia più organizzato dal punto di vista sanitario non compensa lo squilibrio demografico. È evidente che se la popolazione è costituita da molti anziani tutto il sistema sanitario ne risente.”

Est Italia patria senibus

Il nostro paese si classifica dunque al secondo posto, dopo il Giappone, ad aver più “senes” ovvero più anziani. E’ un dato da non prendere sottogamba in quanto, purtroppo, sono proprio loro ad essere più esposti all’epidemia. Ogni anno, a causa della febbre stagionale muoiono circa 8mila persone. Paradossalmente è un dato molto elevato a fronte dei numeri da coronavirus. Cambieranno le modalità di contagio ma a pagarne le conseguenze sono sempre loro, i nostri nonni.


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