Il Marsala, antico vino fortificato nasce nel 1773 grazie ad un mercante inglese di Liverpool, John Woodhouse, il quale era diretto a Mazara del Vallo ma a seguito di una tempesta fu costretto a fermarsi nel porto di Marsala. Nel ristorarsi in una delle tante osterie qui presenti, gli venne offerto un vino locale, il migliore prodotto dai contadini e consumato solo nelle grandi occasioni: il Perpetuum. Era un vino forte, corposo e maturo, invecchiato in grandi botti di legno, ricolmate con del vino giovane ogni volta che, raggiunta la maturità, ne veniva spillato il giusto quantitativo per il consumo. Questa operazione, ripetuta nel tempo e nel corso degli anni, assicurava un sapiente blend tra vini più o meno invecchiati, proprio “in perpetuo”. Woodhouse decise di acquistarne una grossa scorta da vendere in Inghilterra. Per risolvere il problema della cattiva conservazione del vino nel trasporto via mare, aggiunse nelle botti di Perpetuum un po’ di acquavite di vino, aumentando così la gradazione alcolica e assicurando il carico fino a destinazione. Il successo fu incredibile: il vino andò a ruba e questo convinse il mercante a tornare a Marsala ed iniziare una nuova e stabile attività commerciale. Alla fine del XVIII secolo era ormai abitualmente bevuto su tutte le navi britanniche. Nel 1833 fra i produttori comparve anche il nome di Vincenzo Florio; egli fu esponente di una ricca famiglia di industriali e armatori, i quali diedero un forte impulso all’economia della città e le sue storiche cantine furono per anni fornitori esclusivi dei Savoia; agli inizi del ‘900 a Marsala c’erano circa 40 azienda vinicole, e molte di esse sono ancora in attività. Tra le più antiche ricordiamo anche quella di Don Diego Rallo del 1860, di Vito Curatolo Arini del 1875 e Carlo Pellegrino del 1880.
Ma come si produce questo vino speciale italiano?
Innanzitutto, i vitigni impiegati sono sia a bacca bianca (grillo, cataratto, inzolia e damaschino) che a bacca nera (pignatello, nero d’avola e nerello mascalese); con i primi si ottengono i Marsala Ambra e Oro, con i secondi quello Rubino. Si parte dal vino base ottenuto da queste uve e, a seconda dello stile, si procede in modi diversi. Per “rinforzarlo” si aggiunge la mistella che è un mosto d’uva addizionato con acquavite e reso quindi infermentescibile, in alternativa viene aggiunto mosto cotto (o concentrato). Si qualifica poi come Fine, Superiore, Superiore Riserva, Vergine e/o Soleras, Vergine e/o Soleras Stravecchio o Vergine Riserva e/o Soleras Riserva: queste categorie definiscono gli anni di maturazione. Infatti, il Marsala Fine prevede un tempo di maturazione minimo di dodici mesi, il Superiore almeno due anni, il Superiore Riserva almeno quattro, il Vergine Riserva o Stravecchio almeno dieci anni. Si definisce, inoltre, per la sua dolcezza: secco con zuccheri inferiori a 40 gr/l, semisecco fra 40 e 100 gr/L e dolce con zuccheri superiori a 100 gr/L. Il termine Soleras si riferisce invece ad una modalità di invecchiamento degli alcolici, un sistema che all’epoca era già usato per la produzione degli altri vini liquorosi europei. Consiste nel maturare il vino in botti sovrapposte per un totale di cinque diversi strati che vengono chiamati criaderas. Il vino nuovo viene messo nelle botti poste più in alto dopo aver trasferito parte del loro contenuto (il vino dell’anno precedente) nelle botti sottostanti; ogni anno, un terzo del contenuto di ciascun contenitore viene travasato nel contenitore sottostante fino a raggiungere la fila di botti situate alla base della piramide, detta appunto Solera. Il contenuto di quest’ultima è quello destinato all’imbottigliamento. Il vino Perpetum veniva prodotto proprio con un metodo analogo. Il Marsala nelle sue versioni conquista per i suoi splendidi colori, nuance che variano dal giallo ambrato al dorato intenso, fino al rosso rubino e all’aranciato, con i suoi profumi persistenti, che possono andare dai fiori appassiti, alle confetture di marasche, dal legno alla frutta secca, dal tabacco alla liquirizia. In bocca può essere secco o dolce, ma caldo, intenso, aromatico, ricco e corposo. Un vino che sin da giovane manifesta le sue peculiarità, ma che acquista vigore negli anni. Tutto da sorseggiare ed abbinare con formaggi erborinati come il gorgonzola, pasticcerai secca o un buon cioccolato.
A cura di Eleonora Sindoni
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