Luigi Rizzo e il dilemma della contemporaneità tra Roma e Milazzo
Roma, gennaio del 2020. Sono nella Capitale per visitare lo spazio dedicato al mio compaesano, l’eroe Luigi Rizzo. Mi trovo a pochi passi dalla fermata Colosseo della metropolitana romana e davanti a me si erge l’Anfiteatro Flavio in una forma smagliante nonostante i parecchi anni d’età.
Poco più in là, a distanza di poche centinaia di metri è possibile notare il meraviglioso stile neoclassico dell’Altare della Patria.
Per capire il dramma delle due guerre civili europee e per onorare il sacrificio dei nostri soldati è obbligatoria la visita all’Altare della Patria. All’interno del più maestoso monumento di Roma (n.d.A.) è possibile trovare il sacrario delle bandiere dei reparti disciolti e delle unità navali radiate della storia militare italiana dal Risorgimento al termine della seconda guerra mondiale. Ma non solo.
Dall’interno del Sacrario è possibile accedere alla cripta del Milite Ignoto, un’area degnamente sistemata ed organizzata per permettere ai visitatori di conoscere la storia del soldato sconosciuto che, da Aquileia a Roma, viaggiò per trovare una sepoltura degna dei suoi immani sacrifici. L’emozione che si prova a stare davanti alla cripta è indescrivibile. Le gambe tremano e si diventa davvero piccoli. Si passa da una tensione vibrante nell’attesa di vedere il luogo della sepoltura ad una sensazione di tremenda tristezza nei confronti di un uomo che ha combattuto per noi e per la nostra storia.
Durante la lunga risalita delle scale che separano la Cripta dal Sacrario è impossibile non emozionarsi ulteriormente ripercorrendo tutto il viaggio in treno del Milite Ignoto. Egli venne omaggiato con fiori, preghiere e lacrime da parte di uomini, donne e bambini. Poteva essere il figlio di ciascuno di loro e ciò incuteva ancora più tristezza. I caduti lasciarono il passo ai vivi e il conflitto terminò col mito della “vittoria mutilata”.
10 giugno 1918: Luigi Rizzo e l’impresa di Premuda
Il comandante marittimo e ammiraglio – milazzese – della Regia marina Luigi Rizzo fu il protagonista dell’impresa di Premuda. Dopo aver partecipato alla difesa di Grado, Rizzo venne trasferito presso la neonata squadriglia dei MAS (Motoscafo Armato Silurante). Dal 1917 in poi, l’eroe milazzese, si renderà protagonista di azioni eroiche degne di essere ricordate negli annali della storia italiana. A Premuda, un’isola dell’attuale Croazia, nel giugno 1918, attaccò e affondò la corazzata austriaca Szent Istvàn con l’ausilio del MAS 15, oggi conservato all’Altare della Patria.
La sala dedicata all’eroe milazzese è davvero immensa. Appena entrato ho avuto la possibilità di osservare delle mappe dedicate alle varie imprese navali italiane che portano la firma di Luigi Rizzo. Al centro della sala c’è la vera attrazione che meriterebbe un biglietto a sé. La MAS 15 si erge davanti allo spettatore in tutto il suo splendore. Tramite l’ausilio di una pedana rialzata è possibile osservare l’interno a dir poco claustrofobico nel quale alloggiarono Rizzo e altri nove uomini della sua compagnia. Clicca qui per vedere lo scafo del MAS 15
Il motoscafo e il suo equipaggio riuscirono ad affondare una delle più grandi corazzate austriache e per poco non ne fecero colare a picco un’altra. Il mancato affondamento derivò da un malfunzionamento del dispositivo atto a far esplodere un siluro. Rizzo, insieme ad Armando Gori, suo capo timoniere e la guardiamarina Giuseppe Aonzo riuscì nell’impresa di “eliminare” la “Kriegsmarine” austriaca. Difatti dopo l’impresa di Premuda le navi della monarchia bicefala non ebbero più il coraggio di uscire dai porti dell’Impero.
La guerra spostò il suo punto focale soltanto sui combattimenti tra il Carso e l’Isonzo, i quali avevano già mietuto numerose vittime tra ambedue gli schieramenti.
I riconoscimenti per la splendida impresa
La splendida impresa di Rizzo venne omaggiata da grandi onorificenze. Ma per via dei suoi ideali repubblicani, egli rifiuterà la Croce di Cavaliere dell’Ordine militare dei Savoia e verrà insignito con la medaglia d’oro al valor militare insieme al suo commilitone Aonzo. Dal 13 marzo 1939, in pieno periodo fascista, si è deciso di celebrare il giorno della Regia Marina proprio nel 10 di giugno, data dell’impresa di Premuda.
Egli aveva già ottenuto numerose medaglie per il suo coraggio e il suo spirito di abnegazione di fronte al pericolo. Aveva partecipato all’ardita beffa di Buccari insieme a D’Annunzio e Costanzo Ciano ottenendo una medaglia d’argento al valore militare. Ha inoltre affondato un’altra corazzata, la celebre Wien, nella rada di Trieste e quest’azione gli fruttò una medaglia d’oro al valore militare.
Proprio cent’anni dopo l’impresa di Premuda è stata apposta una targa commemorativa sull’ingresso del Comune di Milazzo. L’opera, proveniente dalle sapienti mani dell’orafo Antonello Piccione, è ad oggi, insieme al piccolo museo nei locali del molo Marullo, l’unica testimonianza del ricordo che Milazzo ha nei confronti del suo eroe.
Considerazioni sulla memoria odierna
Che ne è oggi di Luigi Rizzo e degli spazi adibiti alla sua memoria? Di certo sarebbe più che giusto creare degli spazi più ampi, degni della grandezza di Luigi Rizzo, ciò che il museo a lui dedicato sta conservando con grande cura. A Roma, proprio sui Fori imperiali, all’interno del più grande monumento della storia contemporanea italiana, è presente – come già detto prima – una sala immensa riservata soltanto all’eroe milazzese.
Perché non farlo anche qui? Perché ostinarsi a buttare certe questioni in una caciara meramente politica infangando uno dei ricordi più belli che Milazzo possa vantare? Il Castello è il luogo ideale per ospitarlo. Ma siamo sicuri che, ad oggi, è nelle giuste condizioni? Che cosa potremmo offrire ai visitatori provenienti da tutto il mondo? Occorre fare un giusto esame di coscienza prima di prendere provvedimenti che potrebbero risultare indegni per il ricordo di Rizzo. Dunque perché non si restaura l’asilo Calcagno per permettere a Luigi Rizzo di affacciarsi nuovamente al mare dalla sua amata Vaccarella?
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