Leggende e bellezza nel borgo di Sutera

Leggende e bellezza nel borgo di Sutera

Tra i borghi più belli della provincia di Caltanissetta possiamo menzionare il bellissimo Sutera.

Sorge ai piedi del Monte San Paolino, sulla cui vetta si trova l’omonimo Santuario, considerato  un vero balcone di Sicilia, con i suoi 823 metri di altezza.

Al Santuario si accede dopo aver attraversato una caratteristica via scavata nella roccia.

Lungo il cammino si possono vedere luoghi mistici come le stazioni della Via Crucis e la prigione detta di Filippo d’Angiò.

Ancora oggi è visibile l’impianto urbanistico di matrice medioevale, il paese si snoda su tre graziosi quartieri: Rabato, Rabatello e Giardinello.

Le sue radici affondano nella leggenda, il suo abitato si trova in una rocca divisa a metà da una fenditura che secondo la tradizione è attribuito all’ultimo respiro del Cristo sulla croce.

La “rocca spaccata” o “jacca”, nel dialetto significa appunto fenditura ed è proprio formata da una collinetta in cui la roccia è separata in due da un vuoto.

Dal belvedere di Piazza Sant’Agata si può ammirare l’omonimo chiesa, i ruderi del quattrocentesco Palazzo Salamone e la chiesa di Maria SS del Carmelo.

Rabalto è il quartiere più antico e anche quello più caratteristico, fu fondato dagli Arabi intorno all’860 d.C., era il classico villaggio arabo formato da viuzze strette, terrazzi e case con le mura in gesso.

Anche se oggi non esistono più, perché sommersi da diversi strati edilizi, dall’alto quell’antico sistema urbanistico è ancora visibile.

Meritevole di visita è il museo etno-antropologico, inaugurato nel 2013, che ospita attrezzi di pastori, contadini e fabbri.

Testimonianze degli antichi falegnami, ma anche di vita quotidiana attraverso la ricostruzione di una tipica camera da letto di fine ‘800 e gli utensili usati in casa per la panificazione e la pasta.

Tra le feste popolari e le sagre più importanti di Sutera menzioniamo il presepe vivente, che durante il periodo natalizio si svolge tra le viuzze del Rabato, tra le sue case abbandonate e durante il percorso solitamente si organizzano delle degustazioni molto suggestive.

Tipica è anche la sagra del peperone che si svolge durante le celebrazioni per il patrono San Francesco.

Tra le sue prelibatezze invece, i piatti tipici risentono delle dominazioni passate, soprattutto arabe che hanno influenzato molto la cucina del luogo. Tra i dolci, famose sono le genovesi: pasta frolla ripiena di crema pasticcera, il cui nome deriva dalla curiosa forma di cappello genovese che caratterizza questi dolcetti.

Vi basterà una giornata di puro relax e curiosità per visitare Sutera, attraverso i suoi secoli di storia.

Godetevela senza alcuna fretta!

a cura di Veronica Cautela


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