La storia è maestra di vita, ma l’uomo stenta a capirlo

Un monito per il futuro

Il 2020 passerà alla storia come un anno nefasto. Il “morbo di Wuhan“, l’omicidio di Floyd e la gravissima crisi economica che sta colpendo il mondo intero sono gli eventi più eclatanti della prima metà di quest’anno. Le loro conseguenze si stanno già manifestando in tutto il globo terraqueo. L’esasperazione per una crisi che si prolunga dal 2008, la quarantena imposta dai vari governi e un futuro traballante hanno dato vita ad una vera e propria polveriera.

Da essa ne usciranno nuovi assetti geopolitici, basti pensare alla forte ripresa della Cina, la quale si sta sempre di più addentrando nel mondo economico europeo. Nel frattempo, vari movimenti antirazzisti, femministi ecc. stanno abbattendo e devastando le statue dei loro avi. La storia è maestra di vita, ma l’uomo stenta a capirlo. Gli errori del passato devono convivere nell’anima di ciascuno di noi per permetterci di capire ciò che non andrebbe mai più ripetuto.

I fenomeni del colonialismo e del conseguente schiavismo sono ancora attuali. In Africa, decine di multinazionali continuano a sfruttare uomini, donne e bambini per produrre ciò che serve al “benessere” dell’Occidente. Le destabilizzazioni dovute alla “Primavera araba” hanno distrutto l’intero asse geopolitico dell’Africa del nord. Ciò sta portando alla creazione del celebre “esercito industriale di riserva“, il quale ha già invaso l’Europa intera.

Abbattere le statue significa cancellare la storia

In gran parte dei Paesi del cosiddetto “primo mondo“, il vandalismo di alcuni movimenti di matrice poco chiara sta tentando di cancellare la storia. La “damnatio memoriae” è un processo che va avanti da secoli, ma nessuno è mai riuscito a cancellare veramente ciò che è realmente accaduto. Ciò non andrebbe mai fatto. Cicerone, nel I secolo a.C., coniò una frase destinata ad essere un monito per il presente e per il futuro: “La storia è maestra di vita“.

Obliare le colpe e i meriti dei nostri antenati significherebbe distruggere quelle salde radici formatesi in tutti questi secoli. Il discernimento su ciò che è avvenuto dipende esclusivamente dalla nostra cultura. Ogni azione va contestualizzata, non si può parlare di “ordalia” nel XXI secolo. Per questo motivo le statue di coloro che sono venuti prima di noi devono rimanere dove sono.

Esse sono un monito per capire contro chi si dovrebbe rivolgere la società moderna. Non verso i morti e i loro monumenti, ma verso coloro che continuano a sfruttare milioni di persone. L’intento di chi controlla la società è chiaro: deviare le attenzioni su problemi di secondo ordine. All’interno delle proteste pacifiche per la morte di Floyd, si sono inseriti dei “torbidi” pronti a minare l’unità politica degli Stati Uniti.

Casi analoghi si possono ritrovare nella rivolta di Poznan del 1956, nella rivoluzione d’Ungheria dello stesso anno o nel colpo di stato in Ucraina del 2014. Ecco perché la storia va studiata in ogni suo meandro con pensiero critico. Senza di essa il presente risulterebbe fosco e il futuro cadrebbe nelle mani della plutocrazia. L’ignoranza di un popolo è la migliore arma per chi vuole governarlo in modo dispotico.

 

 


Scopri di più da Il Tirrenico - Events, food, wine.

Abbonati per ricevere gli ultimi articoli inviati alla tua e-mail.

Torna in alto