La miniserie Netflix de Il Gattopardo: un’occasione mancata per rileggere il romanzo

La nuova miniserie Netflix tratta dal romanzo di Giuseppe Tomasi di Lampedusa ha raccolto molte attese soprattutto in Sicilia, considerando le location coinvolte originali rispetto alle indicazioni contenute nel romanzo “feticcio” della sicilianità. Romanzo reso a sua volta celebre dal colossal di Luchino Visconti negli anni ’60 con un cast incredibile per l’epoca, da Alain Delon a Claudia Cardinale. Fu così alto il budget per l’epoca che la Titanium fu costretta a chiudere per il sovra-indebitamento.

 La serie diretta da Tom Shankland, sei episodi disponibili da oggi in streaming, rimette al centro i personaggi disegnati da Tomasi di Lampedusa che trovano in Kim Rossi Stuart una interpretazione da gigante e davvero convincente. Spicca anche il ruolo di Concetta interpretata da una magnifica Benedetta Porcaroli. Per il resto, lo stacco con l’edizione del 1963 resta troppo distante. La serie appare piatta, senza sfumature, con ruoli inconsistenti come quello di Tancredi (Saul Nanni), il personaggio più interessante del romanzo ma qui praticamente senza pathos. Non c’è una rilettura, una interpretazione, un filtro politico, una maglia attuale. Persino i costumi sono meno pomposi, meno originali. Soltanto le location parlano per loro, da sole, per la loro magnificenza: un manifesto turistico per la Sicilia del Regno borbonico.

Anche la celebre battuta sul cambiamento politico della Sicilia che porta le parole entusiaste del giovane Tancredi, appare insignificante rispetto alla portata semiotica della stessa. Verrebbe da dire, in conclusione, che anche quest’opera è stata svilita da Netflix, perché l’industria dello streaming vuole che tutto rimanga com’è ma bisogna che tutto cambi.

E allora queste riletture insipide appena un livello sopra le soap opere, sono il risultato di questa trans-medialità al ribasso che salva solo i giganti chiamati a trainare il Cavallo di Troia. E come Ulisse, Kim Rossi Stuart potrebbe far ritornare a Itaca questo Gattopardo moderno ma questa contro-rivoluzione non gode dei venti siciliani di Eolo.

A cura di Santi Cautela


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