Il nefasto 2020 dell’Iran
L’antica Persia, oggi conosciuta come Repubblica Islamica dell’Iran, sta attraversando un periodo nefasto. Dopo l’assassinio di Qasem Soleimani, il generale più carismatico e potente del Medio Oriente, l’Iran si è ritrovato a dover gestire il Coronavirus. Il 2020 non è iniziato di certo nel migliore dei modi per il paese governato da Rouhani. Le minacce e l’accerchiamento statunitense insieme alla nuova pandemia hanno messo in ginocchio il più forte stato islamico del Medio Oriente.
Le notizie che arrivano ai media occidentali sono davvero scarne. La conta dei morti in Iran è continuamente velata dalla censura imposta dal governo di Rouhani. Le uniche fonti disponibili per poter analizzare la situazione iraniana sono i satelliti in orbita bassa. Le fonti a mezzo stampa sono da acquisire e diffondere con relativa cautezza.
Un piccolo ripasso sulla situazione iraniana
Un piccolo ripasso sulla situazione iraniana è giusto e doveroso per capire gli intrecci che costituiscono la situazione attuale. La complessa organizzazione statale dell’Iran non concede spazio ad un’informazione libera e senza censure. Secondo la costituzione scritta nel 1979, l’Iran è una repubblica islamica, presidenziale e teocratica. Dunque le attività religiose coincidono con quelle laiche. Da un lato vi sono le organizzazioni governative elette dal popolo, dall’altro gli organi religiosi non elettivi, difatti si accede per cooptazione. È qui che risiede il cuore dello stato iraniano.
Al suo vertice troviamo la Guida Suprema, eletta con scrutinio segreto dall’Assemblea degli Esperti. Le elezioni dell’Assemblea avvengono ogni otto anni col suffragio universale. Il potere esecutivo spetta al Presidente, eletto a maggioranza assoluta col suffragio universale. Mentre quello legislativo spetta al parlamento iraniano, il cosiddetto Majles dell’Iran. Per quanto riguarda le finanze, la banca centrale dell’Iran è pubblica nella sua totalità, poiché non vi sono partecipazioni al capitale da parte di privati.
Sui diritti umani ci sarebbe parecchio da dire. In Iran è in vigore la pena di morte ed è secondo al mondo soltanto alla Cina per esecuzioni capitali. I reati cosiddetti capitali sono tanti. Uno dei più controversi è l’apostasia, ovvero il rifiuto della religione. In Iran esiste anche una fortissima censura della stampa come già detto prima. Non è possibile esprimere alcun pensiero contro il governo e bisogna seguire delle precise linee guida che vengono conferite dallo stato.
Nella Repubblica Islamica dell’Iran la censura è uno strumento fondamentale per la sopravvivenza del governo. L’assenza di informazioni oscura tutte le carenze governative, soprattutto in quest’ultimo periodo. Inoltre l’Iran è deciso a proteggere il suo sistema rivoluzionario di assoluta “Velayat-e-faqih“, ovvero la tutela del diritto islamico. Si tratta di un concetto di potere concepito dall’ayatollah Khomeini – la Guida Suprema – che esalta la percezione del dominio globale attraverso l’installazione di un governo islamico.
Il Covid-19 in Iran
Il Covid-19 in Iran sta mietendo vittime su vittime e la Repubblica occupa stabilmente il terzo posto nella speciale classifica dei contagi mondiali. La conta dei morti si attesta sulle 700 vittime, ma è facile percepire come questi numeri possano essere stati camuffati al ribasso. C’è però da escludere un luogo comune sull’Iran. La Repubblica Islamica ha uno dei migliori sistemi sanitari del Medio Oriente. A partire dalla Rivoluzione del 1979, il servizio sanitario è stato esteso anche nei luoghi più remoti dell’Iran.
Difatti la polio venne bloccata sul nascere e il caso dell’Influenzavirus B del 2019 è stato sconfitto dopo “soltanto” 100 vittime su 81 milioni di abitanti. Sappiamo effettivamente poco della situazione in Iran per via della censura già discussa prima. Inoltre nel paese lavorano pochissimi giornalisti internazionali e il principale condotto per la fornitura di notizie proviene dai canali del governo.
Da quel che si evince dalle dichiarazioni rilasciate è la città di Qom quella più colpita dal Covid-19. Si tratta di una città a 150 chilometri da Teheran – la capitale -, meta importantissima per il pellegrinaggio dei musulmani sciiti. Un deputato della città ha riferito alla stampa occidentale che i morti la scorsa settimana erano già 50. Inoltre, tramite delle immagini satellitari, si è appreso della creazione di fosse comuni proprio nella città di Qom.
Al posto di un vecchio campo da calcio adesso vi sono numerose tombe e vicino all’ex terreno di gioco vi è una montagnetta di calce viva. La calce serve proprio per la sepoltura e per non inquinare il terreno. In Iran si sta attraversando un momento davvero brutale.
Cosa potrebbe cambiare ai vertici del governo iraniano?
Questa pandemia da Covid-19 cosa potrebbe cambiare ai vertici del governo iraniano? La vetta della Repubblica Islamica è composta principalmente da uomini anziani. Ben sette dignitari del governo hanno contratto la malattia, tra cui anche la vice presidente Masoumeh Ebtekar. Tutto questo avviene mentre il ministro della Salute iraniano Iraj Harirchi suda e annuncia che il Covid-19 è sotto controllo. Clicca qui per vedere la conferenza stampa del ministro della Salute iraniano
Inoltre il presidente Rouhani ha dichiarato esplicitamente che la pandemia non è altro che un “complotto ordito dal nemico” per destabilizzare l’Iran. C’è inoltre da affermare che la Repubblica Islamica ha compiuto scelte tese a a diventare una nazione isolata e di stampo pauperista. L’unico suo alleato nel Medio Oriente è la Siria laica di Assad, i quali si contrappongono alla trapiantata base capitalista americana che risponde al nome di Israele.
Oltre al popolo, giovane e istruito, il quale cerca di sfuggire alla repressione iraniana vi sono anche altri elementi che potrebbero cambiare la storia dell’Iran. Sfociare in un ordine costituzionale è a parer mio impossibile, poiché qualsiasi rivoluzione verrebbe stroncata sul nascere dalle Guardie rivoluzionarie. L’instaurazione di un governo ancora più autoritario potrebbe essere alle porte.
Strano, ma vero, l’unico alleato del popolo iraniano potrebbe essere proprio Donald Trump. Il presidente degli Stati Uniti d’America potrebbe sfruttare questa situazione di notevole disagio in Iran per porre fine al governo di Khomeini e di Rouhani per permettere all’Iran di iniziare un nuovo corso. Siamo realmente sicuri che ciò potrà accadere? O la situazione sfuggirà di mano ai potenti “Yankees” e creerà sempre più instabilità nel martoriato Medio Oriente?
Sta di fatto che all’interno dell’assetto geopolitico mondiale, al termine della pandemia, ne vedremo delle belle. L’Iran sempre più debole economicamente e con un leader anziano, potrebbe presto diventare uno stato sempre più interessante, ma altresì ancora più pericoloso.
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