Il ritorno alle origini dello chef Pandolfo: tradizione e innovazione alla Ngonia Bay

Sapori innovativi che in realtà rappresentano l’autenticità del nostro territorio. E’ la cucina dello chef Dario Pandolfo, approdato alla Ngonia Bay da circa 40 giorni.

Uno chef giovane innamorato della tradizione

Il giovane originario di Milazzo, classe 1991, si appassiona alla cucina da adolescente nel ristorante dello zio, dove decide di iscriversi alla scuola alberghiera. Dopo il diploma, la sua formazione si completa all’Alma di Colorno (Parma), autorevole centro di formazione della cucina italiana.

A diciotto anni il cuoco milazzese comincia a girare importanti cucine del panorama gastronomico europeo: Geranium, tristellato a Copenaghen, Villa Joya, bistellato di Albufeira, e Terra, due stelle Michelin a Sarentino, fino all’esperienza formativa più importante: quattro anni al St. Hubertus, tre stelle Michelin a San Cassiano in Badia, al fianco dello chef Norbert Niederkofler.

Il gusto dell’amaro, la riscoperta dell’autentico

Il percorso di degustazione che abbiamo provato – il Terrace Restaurant della Ngonia Bay ne propone due – mette al centro i prodotti del territorio valorizzandoli nella loro semplicità e rispettandone la storia. La ricerca appassionata dello chef Pandolfo si evince già dalle prime portate dove viene sapientemente utilizzato il pesce – ricci di mare e gamberi di nassa di Lipari – insieme alle mandorle – usate però nella loro essenza amara – e alle verdure e ortaggi locali, dalle carote al finocchietto selvatico.

Non solo pesce

La freschezza dei piatti si mantiene anche con gli ingredienti più “interni” come il maiorchino usato in una mousse o il maialino cotto per 24 ore con la cotenna croccante. Un percorso esperienziale molto intenso e che rispetta, quasi onora e venera, le più antiche tradizioni perdute della cucina milazzese e siciliana. Lo chef Pandolfo sembra guidarci in questo viaggio nel tempo, un ritorno alle origini, foglia per foglia, ingrediente dopo ingrediente, per farci riscoprire i sapori che hanno accompagnato i nostri nonni.

Nella degustazione ci hanno colpito gli spaghetti bianchi cotti nell’acqua del pomodoro impreziositi da una tartara di gambero di nassa locale, delicati e profumati, il trancio di maialino per la sua tenerezza e infine, abbiamo assaggiato in esclusiva il gelato al gelsomino. Un omaggio personale dello chef alla storia milazzese delle gelsominaie. Il Pastry chef dei dolci è invece Mario Cortese, il tutto si incastona in una delle location più belle della Sicilia: la terrazza della Ngonia Bay.

Il concetto della cucina territoriale parte dalla location

Tra giardini pensili che riproducono la macchia mediterranea del promontorio milazzese e il gioco di luci che valorizza la vista sulla darsena del Tono, i colori delle pietre e dell’acqua della piccola piscina sul terrazzo, l’attenzione del personale e la cura dei bellissimi tavoli, una cornice ideale per i turisti del gusto, venuti sin qui per viaggiare nei sapori tradizionali e dimenticati della cultura siciliana.

«Abbiamo deciso di investire in maniera importante nella cucina della nostra struttura – ha commentato Marco Calabrese, titolare del boutique hotel – con l’intento di far vivere un’esperienza unica ai nostri clienti e ritagliarci un posto di rilievo nella ristorazione a livello nazionale ed internazionale. Puntiamo così sui giovani del nostro territorio che, se da una parte, sono legati fortemente alla tradizione gastronomica siciliana, dall’altro sanno interpretare il gusto contemporaneo e innovare la cucina per restare al passo con i tempi e anticipare le nuove tendenze».


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