La scorsa settimana si è conclusa la 57esima edizione del Vinitaly che ha visto il sottoscritto come inviato del giornale. Per meglio far capire cosa sia la realtà del Vinitaly spiegherò nei dettagli i dati di questa grande realtà.
I dati relativi al fatturato e al numero di visitatori di Vinitaly 2025 sono i seguenti:
Numero di visitatori:
La 57esima edizione del Vinitaly ha registrato un totale di 97000 visitatori di cui i visitatori esteri hanno rappresentato il 33% del totale, con oltre 30 mila buyer provenienti da più di 130 nazioni, segnando un incremento del 7% rispetto all’edizione precedente.
Fatturato:
Nonostante non ci sia un dato unico sul fatturato generato direttamente dalla fiera, si possono considerare alcuni dati economici relativi al settore vinicolo presentati durante il Vinitaly 2025, che sale a 42,5 miliardi considerando l’impatto diretto e indiretto, pari all’1,1% del PIL.
Il fatturato alla produzione del settore vitivinicolo italiano è di 14,5 miliardi di euro. L’export di vino italiano nel 2024 era di 8,1 miliardi di euro di export, con un aumento del 5,5% rispetto al 2023.
La filiera del vino in Italia conta 530 mila imprese con 870mila addetti.
Questi sono i numeri del Vinitaly in quanto racchiudano la maggior parte delle transazioni e accordi fra aziende, la fiera non è solo una vetrina ma un grande mercato dove domanda e offerta si incontrano.
Nella breve intervista con il Presidente Luca Zaia ai nostri microfoni, che come sempre si distingue per la cordialità, ha spiegato l’importanza del Vinitaly e di come le regioni facciano rete. Il Veneto ha la più grande estensione di territorio coltivato 103000 con 83000 addetti che rappresentando 27% dell’export nazionale. Creando quel valore aggiunto e interscambio fra regioni che proprio la fiera funge da volano per tutto il sistema paese. Il presidente inoltre con un a battuta che da sempre lo contraddistingue “si prendono più mosche con miele che con l‘aceto” riferendosi alla problematica dei dazi. La minaccia Italian sounding, l‘imitazione dei nostri prodotti, che potrebbe nuocere alle n.s. produzioni come quella siciliana.
A cura di David F. Anastasi
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