“Ex Cupole”, clamoroso errore della Regione: stop alla gara

L’errore burocratico della Regione: il caso “Ex Cupole”

Da tempo immemore si attende una definizione del bando relativo alle aree demaniali di competenza della Regione. In questo caso si sta parlando dell’area delle ex Cupole presso il lungomare milazzese di Ponente. Secondo quanto è emerso, dopo le ripetute sollecitazioni giunte da alcune associazioni che lamentano lo stato di degrado nel quale versa l’area, la Regione avrebbe commesso un grave errore.

Oltre al netto ritardo burocratico, la Regione ha compiuto una mossa fatale all’interno della gara. A determinare il fermo della stessa, vi sarebbe un errore nell’imputazione del capitolo dove introitare le somme richieste ai partecipanti al bando. In principio, tutti coloro che dovevano partecipare avrebbero dovuto presentare fideiussione bancaria oppure versare una quota di denaro. Da quanto si è evinto, quel capitolo indicato nel bando era errato e i soldi versati dai partecipanti sono finiti nel posto sbagliato.

La gara adesso è ferma e i fondi sono stati ovviamente congelati. La situazione dovrebbe essere immediatamente risolta. Non tanto per l’apprestarsi della stagione estiva – la quale è gravemente compromessa dal Coronavirus -, ma per evitare inutili lungaggini che da decenni attanagliano quell’area.

La necessità di un ripristino immediato

È necessario ripristinare immediatamente questa gara per porre le basi di una riqualificazionestorica” per uno dei simboli del divertimento milazzese negli anni 70. Questo ammasso di calcinacci è un’offesa per tutti i cittadini e i turisti che visitano Milazzo, la “perla del Tirreno“. Le “Cupole“, al giorno d’oggi, risultano essere una discarica a cielo aperto e un riparo notturno per i più sfortunati e non solo.

C’è inoltre da segnalare che parte della struttura fatiscente è precipitata sulla spiaggia sottostante. La Capitaneria, parecchi mesi fa, ha inviato una nota alla Regione per comunicare alcuni accertamenti sull’area:

Evidenti criticità di natura strutturale e ambientale. Inoltre sussiste un serio pericolo per la pubblica incolumità derivante dall’estrema precarietà delle opere ormai in abbandono notevolmente ammalorate, nonché dalla facoltà di accesso alle aree medesime“.


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