Da Milazzo a Messina, la guerra alla movida tra pregiudizi e colpi di teatro

La guerra alla movida è un argomento che puntualmente torna nel messinese. A Milazzo per esempio la commistione di nuove normative, burocrazia, mala politica, ha prodotto l’annientamento di una parte della movida: il borgo.

A Milazzo l’ordinanza anti-Borgo

Pensate che con una famosa ordinanza, il commissario-sindaco Giovanni Formica, ha di fatto distrutto una realtà che dava lavoro a centinaia di ragazzi con il suo indotto e permetteva ai giovani di divertirsi in città, senza doversi spostare di molto. La movida ha passato anni per ricostruirsi, fino a oggi. Durante una serata, giovedì, al borgo, in un noto ristorante, era presente anche un esponente della giunta Formica. Il boia che festeggia con la vittima. 

Con quale faccia non si sa davvero. Ma in campagna elettorale, la dignità è sicuramente secondaria. Prima uccidono la movida con un atto incostituzionale – una ordinanza che vale solo per una zona e non per le altre – e poi si fanno fotografare in una serata. “La faccia come il culo” diceva Alberto Sordi e scusate il francesismo. Eppure oggi la riflessione va fatta nell’era del post-decreto Gabrielli.

I pregiudizi sulla movida

In Italia aprire un locale è molto complicato ma fare un evento è diventato impossibile. Permessi, licenze, controlli, verbali. Una delle poche realtà che funziona nel nostro territorio è proprio la movida. Un mondo additato spesso di essere macchiato di infiltrazioni losche. Tanti i pregiudizi. In realtà la malavita cammina con la movida tanto quanto lo fa nei Palazzi del potere e persino nei Palazzi di giustizia.

La movida da lavoro a tanti giovani, crea belle realtà a livello di intrattenimento e arte. E se spesso questo può diventare ricettacolo per altro, allora si lavori per garantire sicurezza non per distruggere quanto con fatica creato.

Messina e il Sindaco Sceriffo

Milazzo ne è un esempio, Messina segue la strada con un Sindaco sceriffo e la sua “guerra dei poveri” ai giovani. Forse bisognerebbe fare i forti coi forti e non coi deboli. La vera delinquenza non sta certo nei locali a bere gin tonic. Ma fa molto più notizia sequestrare patenti, chiudere locali e mortificare la creatività giovanile che non ha la possibilità di difendersi. Qualcuno deve dirlo. Questo è diventato un Paese per vecchi dove la mala-burocrazia ha preso il sopravvento persino sulla voglia di divertirsi. E i colpi di teatro fanno più notizia di un evento riuscito.


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