Coronavirus, positivo un migrante nell’hotspot di Pozzallo

Falle nel sistema

Un migrante 15enne di origine egiziana arrivato ieri nell’hotspot di Pozzallo è positivo al Covid-19. Dopo il suo arrivo a Lampedusa il 6 di aprile, il giovane è stato trasferito a Porto Empedocle per poi giungere nel Ragusano. In questo momento la struttura ospita 50 migranti e il rischio di un nuovo focolaio è parecchio alto. Il sindaco di Pozzallo, Roberto Ammatuna, ha commentato così l’accaduto:

“Ho chiesto un incontro in Prefettura nella mattinata di oggi per stabilire il da farsi. In ogni caso, chiedo urgentemente una relazione sanitaria da parte dei responsabili dal centro di provenienza del migrante e non escludo un eventuale esposto alla Procura della Repubblica per accertare eventuali responsabilità oltre che una ispezione da parte dell’Assessorato Regionale alla Sanità”.

Ai controlli sanitari effettuati subito dopo lo sbarco il giovane presentava una temperatura di 38°, dunque fuori dai normali parametri. Com’è possibile che lo sfortunato migrante sia riuscito ad arrivare fino a Pozzallo? Su questa grottesca situazione Ammatuna chiede chiarimenti:

“Bisogna capire bene se il migrante in questione sia stato visitato in modo approfondito prima della partenza. È questa una vicenda oscura che – continua – richiede una precisa ed inevitabile chiarezza. La comunità pozzallese, che da sempre ha svolto un compito umanitario che è riconosciuto da tutti, non può essere tradita in questo modo”.

Il sindaco ha inoltre aggiunto:

“Difenderemo gli interessi della città in tutte le sedi e con tutti gli strumenti che la legge ci consente. L’hotspot – dichiara – deve essere completamente blindato e isolato e nessun rapporto deve esserci con la città di Pozzallo”.

L’Italia non è un porto sicuro

L’Italia non è un porto sicuro e l’avvento di un nuovo focolaio rischierebbe di tramutarsi in una tragedia. Come si evince in questo articolo, la situazione a Lampedusa è ormai ingestibile. Secondo il sindaco dell’isola Totò Martello, bisognerebbe creare una “nave dell’accoglienza” onde evitare che i migranti stazionino sull’isola col rischio di creare nuovi focolai. La bomba dell’immigrazione non minaccia soltanto la Grecia, ma anche l’Italia.


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