Continua la linea dura del Sindaco Federico Basile che con l’ordinanza 119 pubblicata ieri e valida per tutta l’estate, ricalca l’orientamento dello scorso anno. Dura lex sed lex e vale così erga omnes. Nessuna eccezione. Linea dura contro i locali e dose rincarata per tutte le attività della litoranea che, lo ribadiamo, muovono centinaia di posti di lavoro oltre a costituire un indotto attrattivo per tutta la città di Messina. Ma il Sindaco Sceriffo sulle orme del suo predecessore, non sembra essersi accorto della fine del covid quando le linee guida e i decreti governativi proibivano anche gli spostamenti da casa.
Non esiste alcuna motivazione logica a questa ordinanza che impone misure restrittive oltre ogni riferimento normativo e geograficamente collocato. Basta arrivare a Catania per vedere come il Sindaco si è mosso diametralmente opposto a questa linea. Il lunedì la musica è proibita in ogni dove con buona pace di tutti gli avventori – unico caso in Italia di divieto assoluto giornaliero – neanche fossimo dinanzi a un Ayatollah iraniano. Attenzione, questo vale anche per le discoteche munite di licenza, quindi anche per loro il lunedì niente musica. La libertà imprenditoriale sembra essersi contratta sul modello comunista della Corea del Nord. Andando avanti in questa cacofonica ordinanza si legge:
“Dal martedì alla domenica, per i pubblici esercizi, previo rilascio di apposita autorizzazione da parte degli organi competenti e fatto salvo il divieto di attività danzante, è consentita l’organizzazione di serate di intrattenimento musicale, senza invito al ballo, dalle ore 21.00 alle ore 00.30 del giorno seguente“
Questo fondamentalmente vuol dire che il pomeriggio non si potranno fare djset. La musica dopo le 21 e fino a mezzanotte e mezza con il divieto del ballo. L’ordinanza appare scritta quindi dagli sceneggiatori di Squid Game, cosa succede se qualcuno volontariamente dovesse muovere una gamba a tempo? La musica consentita nei locali sarebbe solo quella di sottofondo secondo le disposizioni sui limitatori musicali: in pratica lo stesso volume di quando ascoltate la musica in spiaggia con una mini-cassa bluetooth. Ma entriamo poi negli aspetti più controversi: il karaoke. E’ vietato organizzarlo all’esterno dei locali, anche nei dehors dove si pagano gli spazi pubblici. In pratica per gli amanti del cantato, dovrete farvi una bella sudata perché fuori dai locali è impossibile cantare. L’assurdità delle norme appare evidente rileggendo il testo:
Il karaoke è consentito esclusivamente all’interno dei locali, con porte e finestre chiuse…
L’altra parte dell’ordinanza regola la somministrazione degli alcolici anche se, a ben vedere, sembrerebbe essere vittima di consumo di alcol lo scrivente di questa ordinanza. Suggeriamo di discuterne nuovamente, magari davanti a un calice di vino e ascoltando della buona musica che non ha mai fatto male a nessuno, soprattutto in Italia.
A cura di Santi Cautela
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