Migliaia di persone lo scorso 1 aprile cercavano vanamente di accedere all’interno del sito INPS per richiedere il bonus di 600 euro, quando tutto ad un tratto, il sito è andato in blackout. Erano circa le 9 del mattino. Cosa è successo? Un attacco hacker?
Il fatto
Gli esperti in materia non credono molto all’invasione degli hacker, anzi, sono dell’idea che il down è stato dato da un sovraccarico di persone all’interno del portale INPS. Federico Bottino, esperto di comunicazione digitale e referente della comunicazione del Partito Pirata Italiano, espone la sua teoria all’Adnkronos
” E’ successo quello che doveva succedere quando si cerca di fare innovazione (fallendo) nella maniera più obsoleta del mondo: un bel casino. Gli sviluppatori del non hanno considerato la possibilità di periodi con flussi di traffico eccezionali dati da un’eventuale emergenza. Dunque la struttura tecnica (server, back-end) della piattaforma non ha retto, semplicemente è andata giù”.
La verità:
Nessun attacco hacker insomma, solo un sovraccarico che però ha comportato innumerevoli disagi. Un inconveniente davvero spiacevole è accaduto a chi,quella mattina, è riuscito ad accedervi. Questo veniva reindirizzato presso un altro account, comportando una vera e propria violazione della privacy e dei dati personali. Bottino infatti al riguardo dice:
“Non penso che il problema sia stato un hacker da fuori ma la totale mancanza di hacker (esperti di sicurezza informatica) dentro. Ricordiamoci poi che nel 2020 denunciare un attacco hacker significa denunciare le proprie lacune in ambito cybersecurity, quindi la scusa non è assolutamente un’attenuante”
Si può prevenire un precedente?
Si possono reprimere gli incidenti come quello accaduto lo scorso 1 aprile, con un’adeguata modernizzazione della PA. Anche un adeguato coinvolgimento di informatici e produttori di server può essere d’aiuto alla prevenzione di un sovraffollamento dei sistemi. Così facendo, conclude Bottino
“Non solo avremmo infrastrutture digitali di altissima qualità ma riusciremmo a coinvolgere la popolazione tecnicamente capace a migliorare l’infrastruttura del proprio Stato, avvicinando i cittadini alle istituzioni”.
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