Alluvione a Palermo, il sottile filo tra normalità ed eccezionalità

Torniamo a parlare dell’evento alluvionale che ha interessato la città di Palermo mercoledì scorso; lo facciamo con un occhio critico e ponendoci alcune domande: il temporale è stato davvero un fenomeno eccezionale oppure rientra nella normalità meteorologica della zona? Da quanto non si verificava un evento di questa portata?

Per rispondere a queste domande va prima capita la dinamica che ha generato l’evento temporalesco; ne abbiamo già parlato, una particolare configurazione atmosferica ha fatto si che un temporale normale e del tutto innocuo si trasformasse in un autentico mostro a causa dell’ingente contributo energetico disponibile in quel momento. Come spesso capita, tali fenomeni risultano davvero localizzati spazialmente, cioè interessano una porzione di territorio davvero irrisoria, risparmiando le zone circostanti.

Troppa pioggia in troppo poco tempo

Nel caso di Palermo il temporale ha interessato la porzione sud-occidentale della città, colpendo pesantemente la zona di Borgo Nuovo e Passo di Rigano, dove si sono registrati accumuli compresi tra i 100 e i 140 mm. Tali valori hanno poco significato in senso assoluto, poiché se cadessero in 24 ore non si registrerebbero grossi disagi, ma a Palermo tutto questo è avvenuto in meno di 2 ore. La grandissima mole di acqua, caduta in poco tempo ed in una zona ristretta, ha gravato su un territorio già fragile e su infrastrutture ampiamente inadeguate per una città moderna.

I dati non lasciano spazio ad interpretazioni

Ma torniamo sui dati relativi agli accumuli, cioè quelli più esemplificativi; in un anno, in media, a Palermo cadono tra i 600 e gli 800 mm, con una forte dipendenza dalla vicinanza dal mare. A differenza di quello che in molti hanno citato, i 130 mm caduti durante il temporale di mercoledì scorso non costituiscono quindi l’accumulo di un anno, ma solo 1/7. Il valore è comunque davvero importante se si considera che nei tre mesi estivi (giugno-luglio-agosto) cadono in media tra i 50 e i 70 mm; quindi nelle due ore di nubifragio è caduta il doppio della pioggia che cade di solito in tutta l’estate a Palermo! Inoltre si deve tenere presente che tale valore ha letteralmente stracciato il precedente record di 86 mm registrato decenni fa.

La colpa è del cambiamento climatico?

Il 2020 fino ad oggi è risultato essere un anno decisamente siccitoso sulla Sicilia; a Palermo, tra gennaio e febbraio, sono caduti meno di 10 mm, mentre nei restanti mesi, se si esclude marzo con circa 100 mm, ne sono caduti meno di 20. L’evento di mercoledì si può considerare quindi eccezionale per l’area di Palermo, ma non può essere inquadrato nell’ottica dei cambiamenti climatici se preso singolarmente, Però, questi ultimi dati, confermano la tendenza del clima mediterraneo a divenire sempre più estremo, con lunghi periodi siccitosi intervallati da brevi episodi di maltempo in grado di dissestare e arrecare gravi danno ad un territorio già di per se decisamente fragile.

 


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